L’industria dell’automotive è uno dei fiori all’occhiello italiani ma per gli effetti della pandemia e lo stallo del settore dei microchip, si sta verificando una crisi del settore auto sempre più pesante.
I dati di settembre rivelano un calo delle immatricolazioni del 32,7% rispetto allo stesso mese del 2020 a causa di una produzione che va a rilento per via della carenza di microchip.
Se vi state chiedendo perché i microchip sono così importanti nelle automobili, la risposta è molto semplice: sono i semiconduttori che permettono il funzionamento delle parti elettroniche del mezzo.
Mercato automobilistico: una crisi accentuata nel 2020
La crisi del settore auto si genera sostanzialmente da un problema centrale. L’avanzamento tecnologico ha portato – e porterà sempre più in futuro- ad utilizzare componenti elettronici.
Con lo scoppio della pandemia nel 2020 i maggiori produttori di microchip, prevalentemente collocati nel sud-est asiatico, hanno ridefinito le priorità produttive.
Il lockdown ha bloccato quasi completamente gli spostamenti e la produzione di auto, oltre a rendere difficile logisticamente la fornitura di questi componenti elettronici per via delle restrizioni di contenimento del virus.
Questo ha avuto un effetto devastante sul settore auto. I magnati dei chip si sono diretti verso i brand dell’elettronica produttori di smartphone, computer e tablet, vista la crescente richiesta di questi apparecchi per lavorare in smart working.
Crisi auto nel 2021: domanda in aumento e offerta insufficiente
Cos’è cambiato nel 2021? L’allentamento delle restrizioni ha giovato in parte alla crisi del settore auto.
Infatti, la domanda del mercato automobilistico è ripresa ma mancano i componenti elettronici prodotti in Asia.
Si stima che nel 2021 solo il 70% della domanda di automobili sarà soddisfatta.
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